5 Consigli di mindfulness per il tuo stile di vita
La mindfulness ci insegna esattamente ciò di cui abbiamo bisogno ora: stare nel momento presente, e quindi affrontare con il giusto distacco una situazione mai vissuta prima senza farci sopraffare.
Qualche anno fa l’avremmo semplicemente chiamata «Ansia da rientro al lavoro», tipica dei primi periodi autunnali, ma da qualche settimana gli psicologi americani ne hanno dato una definizione decisamente più contemporanea: «Lifestyle fatigue», cioè «stanchezza dello stile di vita». Indica la fatica, e il relativo stress, che proviamo nel tornare ai ritmi pre-pandemia, e quindi nel riprendere il lavoro in ufficio dopo quasi due anni di smartworking, nel lasciare l’ambiente confortevole della casa, ma anche nel rivivere la vita sociale senza restrizioni sanitarie con relativi diritti e doveri.
Uno stress che non si sostituisce ma che, anzi, si accumula a quello che tutti proviamo dopo le vacanze, e che anche per questo può essere particolarmente difficile da gestire. «Ri-prendere significa prendere di nuovo in mano qualcosa che si era lasciato», riflette Patrizia Vaccaro, psicologa psicoterapeuta e insegnante certificata di mindfulness.
L’esercizio della sveglia
Suona la sveglia e cominciate a sentirvi male al pensiero di alzarvi dal letto e andare in ufficio? «Prima di alzarvi dal letto – dice Patrizia Vaccaro – chiudete gli occhi, mettete la mano sulla pancia e seguite i movimenti dell’inspirazione e dell’espirazione, svuotando del tutto la pancia. Dopo aver eseguito questo esercizio per qualche ciclo di respiro, alzatevi ed eseguite un compito per volta, cercando di non pensare mai alla giornata nella sua interezza. Aiuta a rilassarsi e contemporaneamente ad affrontare il momento, per lasciarlo andare».
L’esercizio per fronteggiare il collega arrogante
Capita a tutti di dover interagire con un collega con il quale c’è poco feeling. In questo caso, dato che non possiamo (ovviamente) cambiare gli atteggiamenti del collega, possiamo indirizzare il modo in cui noi reagiamo alle sue azioni.
La prima mossa? Spostare l’attenzione dal senso di tensione che si prova in presenza del collega, indirizzandola all’ambiente che ci circonda: «Quando arriva il collega arrogante – dice Patrizia Vaccaro – osservate l’ambiente, i colori, gli odori, le forme, gli oggetti intorno a voi: è un modo efficace per distrarsi e distogliere l’attenzione dal senso di tensione che vi può assalire».
La seconda mossa? Concentrarsi su ciò che il collega dice e su ciò che voi dite, dimenticando il resto: «Portate l’attenzione prima ai piedi a contatto con il pavimento perché sentire la gravità del corpo serve a sentirsi più radicati e saldi, e quindi fate attenzione alle parole: seguitene il suono, il timbro, la tonalità. Questo serve ad «agganciarsi» ai sensi per far sì che il giudizio su quella persona non ostacoli l’interazione».
L’esercizio per sentirsi meglio in ufficio
Può capitare, specie ora, di sentirsi sopraffatti dalla mole di lavoro e dalla ripresa della routine: il momento più complesso è proprio il primo, quello in cui ci si siede alla scrivania e bisogna riprendere contatto con un ambiente diverso da quello della propria casa.
Per alleviare lo stress, in questo caso è importante ascoltarsi, come spiega Patrizia Vaccaro. «Sedetevi alla scrivania e, prima di accendere il pc, sentite il corpo a contatto con la sedia, quindi portate l’attenzione al respiro e ai primi piccoli movimenti che fate con il vostro corpo.
Osservatevi, e ogni tanto fermatevi: alzate lo sguardo e guardatevi intorno (badando a colori, suoni, odori) per chiedervi come state, quali sensazioni arrivano, se ci sono delle tensioni nel corpo che si possono allentare con dei piccoli esercizi. Per rallentare e lasciare andare la tensione, è fondamentale capire dove siamo e come stiamo».
L’esercizio per ottimizzare le pause
Le pause sono essenziali per rallentare e perfette per provare il potere della mindfulness, per esempio con esercizi di camminata consapevole che aiutano a pensar ad altro e concentrarsi su se stessi e su ciò che si prova. «Portate l’attenzione ai piedi che si staccano da terra e al movimento delle gambe passo dopo passo, sentendo i muscoli che si contraggono e si distendono», dice Patrizia Vaccaro. «Se siete all’aperto potete sentire l’aria sulla pelle, il calore del sole o gli odori: concentratevi su quelli, e lasciatevi andare».
L’esercizio da fare in pausa pranzo
«Anche il momento del pasto può rappresentare un momento in cui riprendiamo contatto con noi stessi e proviamo a rallentare», fa notare Patrizia Vaccare. «Prima di iniziare a mangiare, provate ad osservare cosa avete nel piatto: colore, forma, odori del cibo.
Al primo morso, poi, fate attenzione alle sensazioni del cibo in bocca, al gusto e provate a rallentare ogni passaggio per darvi la possibilità di “sentire” cosa state facendo: in questo modo coglierete la qualità dell’esperienza e mangiare sarà ancora più appagante».
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